Vulcanologia e Fisica del Vulcanismo
Vulcanologia
Principali temi di ricerca:
Stratigrafia e geologia delle aree vulcaniche: ricerche prevalentemente incentrate sullo studio di dettaglio dei prodotti alcune eruzioni flegree e vesuviane, finalizzate a definirne i meccanismi eruttivi e deposizionali, nonché sulla cartografia geologica in aree vulcaniche.
Tefrostratigrafia e tefrocronologia: la linea di ricerca ha, come obiettivi principali, l'individuazione, la caratterizzazione, l' analisi e la datazione dei tefra distali intercalati in successioni marine (Tirreno centro-meridionale, Montalbano Jonico) e continentali (Bacini di Sessano e Boiano, Bacino di Acerno, Pantano di San Gregorio Magno). Essa ben si inquadra nell' ambito multidisciplinare della Geologia del Quaternario.
Valutazioni di pericolosità vulcanica: in questo ambito si sviluppano modelli di pericolosità vulcanica, integrando metodi probabilistici e deterministici, sia per apparati centrali che per campi vulcanici, con l'usilio di software GIS; inoltre, si sviluppano procedure volte alle stime di multihazard in aree vulcaniche. Si elaborano anche mappe di impatto per scenari rilevanti a scopo di Protezione Civile.
Aspetti fluidodinamici di correnti piroclastiche: si investiga il comportamento alla fluidizzazione di miscele granulari, sia sintetiche che naturali, al fine di ricavare informazioni sempre più precise sul meccanismo di fluidizzazione nelle correnti piroclastiche. Si utilizzano metodologie e tecniche innovative (es. cilindri rotanti) per fluidizzare miscele costituite da piroclasti naturali, allo scopo di simulare in scala quello che accade in natura nelle correnti piroclastiche.
Geositi in aree vulcaniche: si propone la valorizzazione del patrimonio geologico all'interno di aree vulcaniche attive ed vengono effettuate ipotesi di fruizione per specifici geositi ai Campi Flegrei e al Somma-Vesuvio, nella convinzione che essi rappresentino un valido strumento per la sensibilizzazione delle popolazioni residenti alle problematiche connesse al rischio vulcanico.
Principali collaborazioni attive:
Dipartimento di Scienze e Tecnologie Università di Napoli "Parthenope" (prof. G. Pappone, P. Aucelli), Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali Università degli Studi di Bari A. Moro (prof. M. Marino, dott. M. Maiorano), CNR ISMAR - Napoli (dott. F. Lirer, D.D. Insinga, M. Sacchi, A. Milia, I. Alberico), INGV OV (dott. L. Pappalardo, dott. E. Cubellis). Department of Geoscience - University of Wisconsin- Madison USA (dr. B. Jicha).
Didascalia della copertina: Carta di rischio vulcanico per I vulcani attivi della Campania. Delle dieci classi in cui è stato diviso il territorio, i toni di rosso indicano le zone a più alto rischio, quelli del blu le zone a rischio più basso.
Sketch map delle isocrone per il Mediterraneo centrale durante l'intervallo temporale 4.4 ka−79 AD. Le lineee tratteggiate collegano archivi in cui le isocrone sono ipotizzate.
Miscela di piroclasti dopo la prova di fluidizzazione. In alto è evidente la segregazione del materiale a minore densità (frammenti di pomici ) e in basso quella del materiale più denso (frammenti di litici lavici e cristalli).
Fisica del Vulcanismo
Gruppo di Ricerca:
Claudio Scarpati (responsabile; email:
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Annamaria Perrotta
Ileana Santangelo
La vulcanologia fisica indaga i processi che controllano il comportamento dei vulcani. Il nostro gruppo di ricerca è principalmente interessato nello studio delle eruzioni esplosive e dei loro prodotti ed in quello delle strutture profonde attraverso modelli delle velocità di taglio. Nel corso degli ultimi venticinque anni abbiamo formulato modelli sulla formazione di caldere, sui meccanismi eruttivi di eruzioni Stromboliane, subPliniane, Pliniane e freatoPliniane, sulla dinamica eruttiva di brecce litiche prossimali, sui meccanismi di trasporto e di messa in posto delle correnti piroclastiche. Una particolare attenzione è stata posta alla valutazione dell’impatto dei prodotti delle eruzioni esplosive sulle aree urbane. Una specifica metodologia di indagine è stata sviluppata, in collaborazione con diversi team archeologici, per valutare i danni prodotti dalle principali eruzioni esplosive vesuviane storiche (79 dC, 472 dC, 512 dC, 1944) sui territori perivulcanici. Ciò ha permesso una ricostruzione originale degli eventi occorsi a Pompei ed in alcuni siti a nord del Vesuvio (Villa di Augusto a Somma Vesuviana e Terme Romane di Pollena Trocchia). Parte di queste ricerche sono state oggetto di divulgazione scientifica attraverso mostre e conferenze internazionali e collaborando a filmati scientifici prodotti da RAI, canale ARTE, National Geographic, CBS, K22film.
Finanziamenti - 2017-2018 Ammesso al Finanziamento delle attività base di ricerca del MIUR
Convenzioni – Parco Archeologico di Pompei, Laboratorio di Ricerche Applicate – REP n. 19 del 28/2018
Stratigrafia: stratigrafia delle successioni vulcaniche affioranti nei siti di competenza del PAP, con particolare riferimento alle aree attualmente oggetto di scavo come la Schola Armaturarum e il fronte di consolidamento (cosiddetto cuneo);
Impatto: valutazione dell’impatto e dei danni causati dall’eruzione del 79 dC;
Percorso: definizione di un percorso vulcanologico, all’interno della città di Pompei, che permetta ai visitatori di osservare i depositi dell’eruzione del 79 dC e di illustrare le tipologie di danni subiti durante l’evento eruttivo;
Musealizzazione: individuazione delle successioni stratigrafiche rappresentative della sequenza eruttiva del 79 dC per l’allestimento di installazioni rivolte a illustrare la sequenza dei prodotti vulcanici accumulati su Pompei e fornire le note illustrative dei prodotti vulcanici esposti
Fig. 3 distribuzione delle unità dell'Ignimbrite Campana
fig. 1 Vicolo dei balconi ancora sepolto di pomici a Pompei