PROCIDA

 
[1] Carta geologica Procida 1-10000
 

Stratigrafia dell’isola di Procida

 
Le più antiche rocce affioranti a Procida appartengono a tre diversi centri vulcanici: Vivara (TVV), Pozzo Vecchio (PVH) [2] e Terra Murata (TMU). Le relazioni startigrafiche tra questi vulcani non possono essere ricostruite a causa della limitata dispersione dei loro prodotti [3]. I depositi di questi vulcani monogenici sono abbastanza simili e mostrano successioni stratificate di livelli di ceneri massive o gradate. Si osservano anche strutture tipo ‘sandwave’ e impronte da impatto che suggeriscono la messa in posto di questi prodotti da correnti piroclastiche e contemporanei impatti di proietti balistici. Questi vulcani sono coperti da una successione di tefra che consiste di nove depositi di lapilli pomicei da caduta, spessi da alcune decine di centimetri ad alcuni metri, intercalati da paleosuoli. Questa successione è stata intercalata con la Formazione di Pignatiello (PPA1) dell’Isola di Ischia (età tra 55 e 74 mila anni). I resti di un quarto vulcano monogenico (Fiumicello; TFM) [4] sono confinati tra i due depositi pomicei stratigraficamente più alti. Localmente, tre unità esotiche (di origine non Procidana) separate da paleosuoli, coprono la Formazione di Pignatiello. Questa successione è parzialmente erosa e nel canale di erosione si osserva un deposito cineritico associato al Tufo Verde dell’Epomeo (55mila anni, GA), la cui eruzione ha prodotto la caldera di Ischia. Questo deposito è coperto da un’estesa successione conosciuta come Breccia Museo, considerata la facies prossimale dell’Ignimbrite Campana (TGC) [5].
   
 
La Breccia Museo è suddivisa in quattro unità: l’unità di flusso pomiceo inferiore che è un deposito ricco in matrice e poco sortito. L’unità della breccia [6], la più estesa tra le unità della Breccia Museo, formata da litici grossolani. Un deposito formato da spatter saldati (unità spatter) è interstratificato alla base della breccia. L’unità del flusso pomiceo superiore si ispessisce nei bassi topografici, è incoerente, e mostra una leggera gradazione diretta di litici e pomici. In essa sono diffuse strutture di degassamento. Quattro depositi cineritici interstratificati con paleosuoli, separano la Breccia Museo dai depositi del vulcano di Solchiaro (SHI). Solchiaro è coperto da una successione di livelli cineritici e depositi da caduta, separati da paleosuoli (PD) [7]. Questa successione copre l’intera isola e rappresenta i prodotti vulcanici più giovani accumulati su Procida [8]. A Vivara, su Solchiaro, si osservano tre depositi cineritici ed un deposito lapilli pomicei. I depositi cineritici più recenti contengono frammenti di terracotta dell’Età del Bronzo.
 
  
 
Ricostruzione paleogeografica dell’isola di Procida
(9) Evoluzione Procida
 
L’inizio dell’attività vulcanica in quest’area è ancora incerto, con un limite superiore a circa 70mila anni fa. Tre edifici vulcanici rappresentano i prodotti delle più vecchie manifestazioni vulcaniche dell’isola: gli anelli di tufo di Vivara e Pozzo Vecchio (che ha prodotto anche una fase effusiva) e il cono di tufo di Terra Murata. Questi vulcani sono mantellati da nove depositi pomicei da caduta che rappresentano la facies distale di prodotti eruttati a Ischia e dispersi verso Est. Un altro anello di tufo, Fiumicello, testimonia di una nuova fase esplosiva a Procida, tra 77 e 55mila anni fa. L’attività successiva è caratterizzata dalla messa in posto di correnti piroclastiche provenienti sia da Ischia che dai Campi Flegrei. Nei successivi 16mila anni si sono accumulati sull’isola solo sottili livelli di ceneri da caduta.
39mila anni fa, l’eruzione dell’Ignimbrite Campana cambia completamente la topografia del campo vulcanico dei (paleo)flegrei. Quest’eruzione inizia con una colonna sostenuta da cui si disperde materiale piroclastico fino al Mare Egeo. Quindi, un'enorme corrente piroclastica, spessa oltre 1 km, invade una vasta area, seppellendola sotto decine di metri di sedimenti e provocando il collasso di un ampio settore crostale e producendo una caldera. Nelle aree prossimali, inclusa Procida, si accumula una spessa successione di depositi saldati e brecce litiche. Questa successione tende a riempiere le depressioni topografiche fra i vecchi edifici vulcanici. Se si escludono sottili livelli cineritici, l’eruzione dell’Ignimbrite Campana è seguita da un lungo periodo di quiescenza di circa 20mila anni. L’attività successiva avviene circa 19/17mila anni fa con la costruzione del vulcano di Solchiaro, che rappresenta l’ultima attività vulcanica di Procida. Dopo la deposizione di altre sottili ceneri distali circa 15 mila anni fa i prodotti di una nuova grande eruzione, quella del Tufo Giallo Napoletano, seppelliscono una vasta area intorno i Campi Flegrei e producono una seconda caldera. Successivamente a queste fasi costruttive per accumulo di prodotti vulcanici una profonda erosione subaerea e marina incide le successioni vulcaniche dell’isola e rimobilizza una grande quantità di materiale piroclastico.
 
Bibliografia
Carta Geologica Isola di Procida 1:10000
Perrotta Annamaria, Scarpati Claudio, LuongoGiuseppe, Morra Vincenzo 2010, Stratigraphy and volcanological evolution of the southwestern sector of Campi Flegrei and Procida Island, Italy, in Groppelli, G., and Viereck-Goette, L., eds., Stratigraphy and Geology of Volcanic Areas: Geological Society of America Special Paper 464, p. 171–191, doi: 10.1130/2010.2464(09).
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